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L'epopea della grande avventura per mare rivive nelle pagine autobiografiche di Louis Garneray che fu protagonista e testimone di uno dei periodi di maggior splendore della Marina francese, quando, a cavallo tra XVIII e XIX secolo, Francia e Inghilterra si spartivano il dominio delle rotte commerciali per l'Africa e l'Oriente. In quei decenni l'Oceano Indiano è solcato da navi da guerra e convogli mercantili, da veloci vascelli corsari e da temute navi di pirati, eredi delle leggendarie confraternite che nei secoli precedenti seminavano il terrore nei mari del mondo. L'irresistibile attrazione per questa vita avventurosa, e il desiderio di gloria, spingono il giovanissimo Garneray a imbarcarsi sulla fregata Forte, comandata dal cugino Beaulieu-Leloup, dove si troverà per la prima volta faccia a faccia con il nemico inglese e stringe una salda amicizia con il marinaio bretone Kernau, che lo coinvolgerà in avvincenti scorribande sulla terraferma. Passato sotto il comando del capitano l'Hermite, Garneray è testimone della drammatica sconfitta e distruzione della Preneuse. Poi sarà agli ordini del corsaro Surcouf, sulla Confiance. Nel 1800 nelle acque del golfo del Bengala Garneray partecipa all'impresa a cui sarà per sempre legata la leggenda di Surcouf: l'abbordaggio e la cattura della nave da guerra britannica Kent. Il racconto dell'apprendistato di un giovane marinaio, ma anche una testimonianza sull'epoca dei traffici commerciali tra l'Europa e le colonie